La colecistite è l'infiammazione della colecisci (o cistifellea), un piccolo organo localizzato sotto il fegato. Nella colecisti viene immagazzinata la bile, una sostanza prodotta dal fegato che interviene nella digestione. La colecisti, al bisogno, sospinge la bile verso l'intestino.
A volte, però, tipicamente a causa della formazione di un calcolo, i dotti possono ostruirsi: la bile non scorre più con fluidità e la colecisti si infiamma. È infatti proprio il calcolo la più frequente causa di colecistite.
La colecistite si distingue in genere in due tipi: acuta e cronica. Quella acuta è solitamente dovuta alla comparsa di calcoli, come abbiamo appena descritto.
La colecistite cronica, invece, consiste in episodi ripetuti o trascurati di colecistite acuta.
Esiste anche un altro tipo, più raro, di colecistite, detta alitiasica: si tratta di un'infiammazione indipendente dalla presenza di calcoli, che può insorgere in circostanze particolari (dopo un intervento, durante una lunga degenza, in caso di lesioni gravi...) in pazienti la cui salute è già gravemente compromessa.
I sintomi di una colecistite acuta e cronica
Un calcolo alla colecisti può anche presentarsi senza sintomi. Il dolore in genere insorge improvvisamente, acuto, persistente e costante, nella parte superiore destra all'addome, giungendo talvolta fino alla scapola e alla schiena.
Il dolore può essere accompagnato da:
- nausea
- vomito
- perdita di appetito
- gonfiore addominale
- febbre
In genere i sintomi, se trattati in modo oppurtuno da un medico, si risolvono in pochi giorni. Questo per quanto riguarda la colecistite acuta.
La colecistite cronica, invece, si manifesta con ripetuti attacchi dolorosi che si ripresentano periodicamente. Di solito, questo dolore è meno intenso e meno prolungato che nella colecistite acuta, solo di rado accompagnato da febbre.
Come diagnosticare la colecistite?
In presenza di sospetta colecistite, per prima cosa il medico affettuerà la manovra di Murphy: eserciterà una pressione sull’addome in corrispondenza della colecisti e contemporaneamente chiederà al paziente di inspirare profondamente, un atto che provoca dolore acuto quando la colecisti è infiammata. Questo è un metodo diagnostico molto affidabile in caso di colecistite acuta, un po' meno in caso di colecistite cronica, in cui il dolore è meno intenso.
Lo strumento privilegiato per una diagnosi certa è l'ecografia, che permette di osservare l'interno dell'addome e stabilire se sono presenti calcoli, liquidi o ispessimento delle pareti della colecisti.
Trattamento della colecistite
I pazienti con colecistite vengono ricoverati e idratati per via endovenosa. Non possono infatti bere né mangiare. Il medico può somministrare antidolorifici ed eventualmente antibiotici.
La rimozione della colecisti, cioè la colecistectomia, è il trattamento privilegiato se non ci sono rischi legati a un intervento chirurgico. L'intervento può avvenire nell'immediato oppure a distanza di qualche settimana, a seconda delle condizioni e delle esigenze mediche del paziente. Avviene generalmente in laparoscopia, cioè praticando dei piccoli fori sull'addome, attraverso i quali il chirurgo raggiunge la colecisti e la rimuove.
Si tratta infatti di un organo non indispensabile, la cui assenza non compromette il normale funzionamento della digestione.
Prevenire la colecistite
La colecistite si presenta più spesso nelle donne che negli uomini e più facilmente dopo i 40 anni.
Il sovrappeso e il diabete rappresentano due importanti fattori di rischio. Di conseguenza, quello che possiamo fare in generale per minimizzare la possibilità di infiammazione della colecisti è:
- adottare una dieta povera di grassi
- fare regolare esercizio fisico
- controllare il peso
Possiamo cioè adottare quelle sane abitudini che rappresentano la migliore prevenzione da moltissime patologie dell'apparato digerente, e non solo.